Il 27 febbraio 1960 moriva Adriano Olivetti. Sono passati 61 anni da quel giorno in cui l’atmosfera festosa del Carnevale di Ivrea, fu interrotta da una telefonata a Villa Belliboschi che annunciò la notizia. Poi il tam tam fra comunitari e dipendenti, che in quell’anno erano arrivati ad essere 36.000 in tutto il mondo.
I funerali non furono di Stato ma le fotografie dell’epoca testimoniano che nessun funerale di Stato aveva mai avuto una partecipazione così impressionante.
Da quel 27 febbraio 1960 dovettero passare due anni per perfezionare gli articoli di uno Statuto che regolasse la missione della Fondazione Adriano Olivetti, che familiari e stretti collaboratori decisero di costituire con un gesto filantropico e di continuità con la visione di Adriano Olivetti.
Adriano Olivetti ha incarnato il concetto aristotelico dell’“uomo generoso”, ossia di un uomo che visse secondo un ideale di grandezza e lo realizzò fino ai suoi limiti estremi.

Lewis Mumford in Ricordo di Adriano Olivetti, 1960

Niente è davvero perduto fino a quando ce lo ricordiamo

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